Inaugurata la Galleria d’arte a cielo aperto di Amandola
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20 Febbraio 2024Nascita dei Sibillini Romantici
Eravamo stanchi di sentirci macerie e avevamo voglia di raccontare la bellezza, la felicità, la vita.
I Sibillini sono quella catena di monti che vedi dal mare Adriatico come una serpentina linea all'orizzonte. Più ti avvicini e più riesci a coglierla nella sua interezza.
Non è nei Sibillini che vedi i Sibillini ma devi collocarti ad una distanza adeguata su uno dei colli per vederli di fronte. Avete presente i quadri degli impressionisti che sgranano quando sei troppo vicino e si ricompongono nello sguardo quando ti allontani? Ecco così sono i Sibillini. Bisogna che ti posizioni bene di fronte al quadro per osservarlo. Averlo alla giusta altezza di sguardo.
E allora qual è la posizione ideale? Io ne ho trovate tante. Per anni li avevo negli occhi quando vivevo a Monte Vidon Combatte e li salutavo ogni mattina per andare in bus alle superiori a Fermo. Tutti i giorni, due volte al giorno.
Ancora oggi quando mi capita di passare da lì inseguo il tramonto.
Poi ho scoperto i paesi attorno all'Ascensione: Rotella e Montedinove.
Balconi perfetti posizionati di fronte alla catena dei Monti Sibillini. Oggi a Montedinove stai in piscina e godi dei monti.
E poi c'è un posto a Rotella -sulle falde di quel gigante di sabbia che si sfalda, tra calanchi e dirupi, che è la Montagna dell'Ascensione- che mi obbliga a fermarmi ogni volta che passo. Perché lì, ecco lì, c'è il silenzio e una posizione perfetta, altezza e distanza giusta, per lasciarsi togliere il fiato dai Sibillini.
Qui incontro Paolo, colto custode di una porzione di castagneti che produce il pregiato marroncino dell'Ascensione. Nel silenzio dei boschi ha creato il suo palcoscenico dei Sibillini, una panchina dei sogni. Qui ci viene di sera con la famiglia: "ci portiamo cose buone da mangiare e osserviamo il tramonto sui Sibillini."
Ho conosciuto poi i Sibillini da vicino ad Amandola, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Un giorno di maggio di qualche anno fa mi ci portò una registrazione di un servizio TV di Linea Verde. In quest'occasione, deliziandosi del pregiato tartufo bianco dei Sibillini, fu il sindaco a raccontarmi la città. Ma non servono parole quando sei ad Amandola. Basta salire alla Piazza Alta per essere rapiti dalla magia dei Sibillini. Che sia un posto magnetico lo sappiamo in tanti. Montagne perigliose che attraggono inspiegabilmente. Permeate di un fascino soprannaturale, non pochi si avventurarono sulle sinuose pendici alla ricerca di verità svelate da quel nume femminile che è la Sibilla Appenninica.
Fate e demoni, fascino oscuro e sinistro. Terra materna cullata da dolcezze paesaggistiche che nascondono la sopravvivenza forse di un'antica civiltà matrilineare e lunare.¹
Lo avevano capito quei due "scappati di casa" che sono Leopardi e Licini.
Entrambi carenti di affetto materno, entrambi ossessionati dalla luna e dai Sibillini.
Per Leopardi lo sguardo era diretto verso l'entroterra, verso i suoi amati Monti Azzurri e alta sorgeva la luna, simbolo confortante e parte di quella natura madre e matrigna.
Osvaldo Licini, pittore visionario, amico di Modigliani, vissuto a Parigi e poi ritiratosi sui colli della sua Monte Vidon Corrado, guardava ai monti fino a asciugare il profilo dei Sibillini in un segno di sintesi, seno materno, limite ultimo e unica ancora per i suoi personaggi che si librano nell'aria dei sogni della sua ultima decade produttiva. La più originale. La più ironica. La più inquieta.
Una luna che ha il naso a trombetta, che si burla di noi, infantile e giocosa. Una luna che reca il cuore e persina la mela. Che sia la mela rosa dei Sibillini che assaggiamo a Montedinove ?
“La Luna nostra bella, garantita d’argento per l’eternità, personificata in poche parole, amica di ogni cuore un poco stanco” diceva Licini.
In questi cieli dominati dagli angeli dell'amore svolazzano possenti esseri michelangioleschi, titani simboli dell'eroe/poeta romantico: colui che si divincola, si ribella pur sapendo di essere destinato a perdere.
Che c'entra tutto questo?
C'entra con un sogno.
Un sogno condiviso. Quello di non essere solo macerie, ma di sprigionare ispirazione, generare vita, istillare la felicità.
Essere una terra della caccia ai tramonti sui Sibillini, una terra dove nascono e fioriscono amori, culla capace di accogliere con umanità.
Da qui nasce il progetto Sibillini Romantici dei comuni di Amandola, Montedinove e Rotella finanziato dall'Unione Europea nell'ambito di Next Generation EU.
Il desiderio di cambiare volto ad una amata terra.
Valeria Nicu - Progettazione e comunicazione Sibillini Romantici
Note
¹ G. Recchioni, Pikenoi : antichità italiche della collezione Vallorani, Fermo, Livi, 2019